Impertinenti, la nostra Marty recensisce il Re! 
Ecco a voi la recensione di LA SCATOLA DI BOTTONI DI GWENDY di Stephen King e Richard Chizmar.


Genere: Horror
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Data di Uscita: Marzo 2018
Prezzo: € 17.90

Sinossi: Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l'estate: correre tanto da diventare così magra che l'odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l'uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell'oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.




Avete presente un bambino dentro un negozio di caramelle?? Ecco è la stessa sensazione che sto provando io a recensire un libro di Stephen King... speriamo il mio papà possa esserne fiero!! Perché non si tratta solo di scrivere una bella recensione ma per me significa molto di più: vuol dire rendere omaggio a uno degli scrittori preferiti dell’uomo per eccellenza della mia vita.

La Scatola dei bottoni di Gwendy è un libricino corto che racconta la storia di questa ragazzina nell’arco di dieci anni dal 1974 al 1984. All’età di dodici anni è presa in giro dal bullo della scuola poiché cicciottella e un po’ bruttina. Ed è qui che entra in scena un certo Richard Farris, uomo tutto vestito di nero, che le dà in dono una piccola scatola di mogano con bottoni colorati che rappresentano i continenti, più uno rosso ed uno nero che la bambina chiama cancro. Ci sono inoltre due leve: premendone una escono dei cioccolatini a forma di animale dai poteri rimpinzanti, con l’altra invece monete d’argento dal valore inestimabile per l’epoca.
Dal momento in cui Gwendy riceve la scatola la sua vita cambierà notevolmente, nonostante ne faccia un uso nobile: diventerà una bella ragazza dimenticando il grasso e perfino gli occhiali.

Il libro scritto a quattro mani da King e Richard Chizmar lo definirei un horror per ragazzi, sia per immagini all’interno della narrazione, sia per la scelta della protagonista durante il corso della storia. È un horror, ma molto soft e blando per essere un lavoro del re.

Lo stile è fluido e ti permette di entrare nella vicenda completamente. Ma qui abbiamo anche la nota dolente: il libro è a mio avviso davvero troppo corto. Non fraintendetemi, un libro lungo non vuol dire bello, ma qui si ha la sensazione di leggere solo una bozza appena accennata, che se sviluppata avrebbe potuto, a mio avviso, dare vita ad un vero capolavoro. Sia per l’ambientazione, Castle Rock, cittadina immaginaria, creata dalla penna di King, sia per lo sviluppo psicologico che il libro avrebbe potuto avere.

Cosa fareste se vi capitasse di avere fra le mani una scatola dove premendo un bottone potreste fa succedere qualsiasi cosa? Ecco io avrei sviluppato di più questo aspetto che invece è stato solo accennato.

Il personaggio di Farris ha reminiscenze con lavori precedenti di King, il dialogo iniziale ricorda moltissimo quello fra George e Pennywhise in It:

Ehi ragazzina. Avvicinati un attimo. Dobbiamo fare quattro chiacchiere tu ed io.”
“Non dovrei parlare con gli sconosciuti.” 
‘’Un ottimo consiglio. Scommetto che te l’ha dato la tua mamma.”
“Mio papà.”
“In tal caso meglio che mi presenti. Richard Farris. E tu sei…’’
“Gwendy Peterson”.

Il libro nel complesso mi è piaciuto, King è comunque sempre lui anche se in versione minore, più edulcorata. Il suo stile di scrittura ti permette di entrare a pieno nella vicenda, di capire anche se non in maniera totale i sentimenti e le emozioni della protagonista. Consiglio la lettura però a chi King lo conosce davvero bene e per chi invece non ha letto ancora nulla di suo forse è meglio iniziare con un altro suo romanzo.



SHARE 0 comments

Scrivi un commento

COPYRIGHT © Le Lettrici Impertinenti · DESIGNED BY CATNIP DESIGN